Omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. E’ con questa pesante accusa che è finito a processo Uber Capucci, il 68enne di Spilamberto accusato di aver ucciso il fratello Emore, il primo ottobre dello scorso anno nella villetta di famiglia, in via Torino a Vignola, a seguito di un violento litigio. In quell’occasione venne trovata senza vita nell’abitazione anche la madre 88enne, Anna Malmusi. Ieri l’uomo, sentito nel corso dell’udienza preliminare, è stato rinviato a giudizio come richiesto dalla Procura e l’udienza è stata fissata per il prossimo anno. Al momento, il rinvio a giudizio riguarda però solo l’omicidio del fratello Emore: infatti è stata stralciata l’accusa per quanto riguarda l’omicidio dell’anziana madre. L’indagine sul decesso della donna, per altro gravata da seri problemi di salute, è ancora in corso. Non è infatti stato possibile accertarne la causa esatta. In un primo momento, si ipotizzava che l’unico sopravvissuto potesse essere l’autore di un duplice omicidio, ma la linea difensiva di Capucci ha sempre sostenuto che la madre fosse già morta e che l’accoltellamento del fratello fosse stata una reazione proprio a questo fatto. Lo stesso imputato aveva tentato quel giorno di togliersi la vita, tanto da rimanere a lungo ricoverato in ospedale. Anche il possibile movente al momento è tema di dubbio e verrà approfondito durante il processo.
DELITTO DI VIGNOLA, UBER CAPUCCI ACCUSATO DI OMICIDIO VOLONTARIO
Rinvio a giudizio per il 68enne Uber Capucci, accusato dell'assassinio del fratello Emore avvenuto il 1 ottobre dello scorso anno, nell'abitazione dove fu trovata senza vita anche la madre dei due.