All’interno del video un estratto dell’omelia di Monsignor Giacomo Morandi, Arcivescovo di Reggio Emilia-Guastalla
La Santa messa in Duomo, la benedizione con il braccio di San Geminiano, la visita e i doni alla cripta dove sono sepolte le reliquie del Santo. I riti della festa del Patrono si ripetono nonostante il Covid, solenni e sentiti, come sempre. Quest’anno due autorità religiose hanno accompagnato le sacre celebrazioni. L’Arcivescovo di Modena e Nonantola Monsignor Erio Castellucci ha impartito la benedizione alla città con la reliquia del braccio di San Geminiano, mentre la Santa Messa è stata presieduta da Monsignor Giacomo Morandi, Arcivescovo della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. Nella sua Omelia, Monsignor Morandi guarda a un passaggio dal Vangelo secondo Matteo per trarne una riflessione sulla compassione e sul tempo. Due concetti che si stringono, si abbracciano. Nel testo evangelico Gesù percorreva città e villaggi, incontrava i malati, gli infermi. E “vedendo le folle ne sentì compassione perché erano come pecore senza pastore, stanche e sfinite”. A loro dedicò il suo tempo, senza volere nulla in cambio e radunò gli apostoli affinché facessero lo stesso. Anche San Geminiano rispose a questo compito, difficile ma prezioso, ricorda Monsignor Morandi, quello di donare il proprio tempo.