Dall’8 giugno, giorno del ballottaggio vinto, sono ormai passati 100 giorni del governo modenese del sindaco gian carlo muzzarelli. Giudizio positivo o negativo? Forse e’ ancora sospeso. Cerchiamo di capire.
Risultati? Pochi, a dire il vero. Ma se proprio vogliamo essere onesti, sono pochi anche questi ormai giorni di governo-Muzzarelli per esprimere un primo giudizio sull’operato del nuovo primo cittadino modenese. Lo è diventato verso mezzanotte dell’8 giugno, domenica di voto e di ballottaggio che lo ha consacrato vincitore al cospetto del fiero avversario grillino, Bortolotti. Una vittoria schiacciante nelle proporzioni, ma ottenuta con poco piu’ della metà dei votanti della metà degli elettori che sono andati alle urne, in un trionfo di astensionismo. Ma, anche in questo caso, gli assenti hanno avuto torto. Difficile fare peggio dell’invisibile predecessore Pighi, gli dicono tutti: e Muzzarelli inizia con il piglio giusto, autorevole, esperto amministratore e volto proprio non nuovissimo (nel 1980 era già sindaco, a Fanano, pensate un po’) sindaco che tiene per sè la delega alla sicurezza, con l’autocertificazione di decisionista e uomo forte, piu’ ad annunci che a fatti, poi lo capisce anche lui e comincia ad imporre maggiori controlli e azioni dimostrative delle forze dell’ordine: ama il confronto con la gente, organizza incontri pubblici per parlare del centro e del commercio, risponde a tutte le domande dei cittadini e dei cronisti, da Pavarotti alla Smart City, s’infila sotto la doccia delle fontane di Piazza Roma, suo primo grande successo, di cui divide la paternità con l’ex Pighi, nomina una giunta di volti nuovi e inesperti, ma che saranno guidati da lui, fa lavorare gli assessori anche d’estate, fa sentire la sua assenza in consiglio comunale e non si tira indietro nel dare dei rompiscatole – ma con il sorriso – ai giornalisti a cui fanno orrore quelle panchine e quelle fioriere in Piazza Roma. Sul regno di Gian Carlo I da Modena il sole si è appena svegliato: speriamo che la nebbia autunnale non offuschi i propositi che, almeno quelli, sembrano buoni. Il tempo sarà il miglior giudice.