Un metodo sicuro e affidabile. Il professor Boriani, direttore della Cardiologia del nosocomio cittadino, ha presentato i risultati dello studio in anteprima a Roma
Dati rassicuranti sulla sicurezza e affidabilità del controllo a distanza dei pacemaker e defibrillatori, i dispositivi cardiaci che vengono impiantati a pazienti con importanti disturbi del ritmo cardiaco. E’ quanto emerge da un importante studio internazionale, lo studio More Care presentato in anteprima al Congresso Europeo di Cardiologia a Roma dal professor Giuseppe Boriani, Direttore della Cardiologia del Policlinico e Professore Ordinario di Cardiologia dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Lo studio ha visto impegnato 64 strutture in tutto il Mondo, delle quali 28 italiane.
“Siamo orgogliosi di avere presentato i dati di questo importante studio al Congresso Europeo di Cardiologia – commenta il prof. Giuseppe Boriani – Finora i pazienti impiantati con pacemaker o defibrillatore dovevano essere periodicamente controllati in ospedale, 3-4 volte all’anno; nel caso di pazienti anziani tutto ciò era gravoso sia per il paziente che per i famigliari, con dispendio di tempo e energie”. I risultati dello studio hanno dimostrato che il controllo a distanza del pacemaker e dei defibrillatori non solo è sicuro ma consente una migliore accuratezza; il lavoro dei sanitari (medici, tecnici, infermieri), inoltre, può essere organizzato più razionalmente. “I dati vengono trasmessi automaticamente dal dispositivo all’Ospedale e la verifica dei sanitari del Policlinico può concludere che tutto va bene o in qualche caso in cui emergano segnali di allerta può suggerire di convocare il paziente in ospedale, in piena sicurezza”. Precisa Boriani. “La logica che si propone è dunque più cura, con controlli del paziente a due livelli, domiciliare, in via remota e in ospedale, solo quando necessario.” ha aggiunto il dottor Edoardo Casali che segue questi pazienti insieme al dottor Vincenzo Turco nella Cardiologia del Policlinico.
La metodica viene utilizzata solo nei pazienti il cui quadro clinico consente questo tipo di approccio: “Stiamo proponendo ai pazienti adatti di seguire questa nuova modalità di controllo – spiega il prof. Boriani – e continueremo a valutare l’impatto di queste tecnologie in campo assistenziale con iniziative di ricerca sul campo che ci vedranno ancora coinvolti in campo internazionale”. La problematica delle aritmie, cioè dei disturbi del battito cardiaco, è uno dei campi di punta della Cardiologia modenese dove il Policlinico lavora in stretta sinergia con la rete di emergenza provinciale e in particolare con la Cardiologia dell’Ospedale di Baggiovara diretta dal dottor Stefano Tondi, per affrontarla in modo completo e integrato, come già accade per l’infarto.
“Qui a Modena possiamo offrire le soluzioni giuste a vari problemi di aritmia cardiaca, dalla fibrillazione atriale alle tachicardie, utilizzando sia farmaci sia, se necessario, procedure di ablazione o impianto di dispositivi e per tale finalità al Policlinico abbiamo ambulatori specifici dedicati a queste problematiche” conclude Giuseppe Boriani.