È stata approvata la legge regionale per l’integrazione di Rom e Sinti disponendo lo smantellamento dei grandi campi nomadi a favore di soluzioni abitative autofinanziate.
I grandi campi Nomadi in Emilia Romagna non esisteranno più. La direzione è quella e di andare verso altre soluzioni abitative. Questo il progetto di legge sull’inclusione sociale di Rom e Sinti, approvato ieri in Regione con 32 voti favorevoli, 10 contrari e nessun astenuto. La via è quella già seguita da Modena nel 2006 che decise di chiudere l’area di via Baccelliera. Le comunità Rom e Sinti rappresentano attualmente lo 0,06% della popolazione complessiva dell’Emilia-Romagna, e sono soprattutto cittadini italiani. Quattro i temi su cui punta la legge: lavoro, scuola, istruzione, salute e abitare. I grandi campi, che dovranno essere autofinanziati dai nomadi, saranno sostituiti da aree molto piccole, pubbliche e private, a carattere familiare. Altre alternative saranno gli alloggi popolari, accedendo però, come tutti i cittadini, alle graduatorie. Un canale fondamentale per l’integrazione sarà la scuola, per favorire parità di accesso all’educazione, all’istruzione scolastica e universitaria, alla formazione professionale. Il provvedimento, votato anche dal Movimento 5 stelle, prevede lo stanziamento di 700mila euro destinati ai Comuni che applicheranno la nuova normativa. Contro alla legge regionale, si sono invece schierate Forza Italia e Lega Nord, che avrebbero preferito un’altra soluzione: la chiusura dei campi nomadi, ma senza l’opzione delle micro aree.