La scelta del sindaco Muzzarelli e dell’assessore Bosi di ridurre a otto ore al giorno il funzionamento dei videopoker va salutata con soddisfazione e applaudita. Non era una ordinanza facile, tanti gli inconfessabili interessi economici in campo. Complimenti per il coraggio
Chapeau. Non è la soluzione definitiva, ma è già un positivo e importante passo avanti. La scelta del sindaco Muzzarelli e dell’assessore Bosi di ridurre a otto ore al giorno il funzionamento dei videopoker installati in sale da gioco, bar e ricevitorie cittadine va salutata con soddisfazione e applaudita. D’ora in poi a Modena si potranno gettare soldi nelle macchinette solo dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22. Ancora tanto tempo, certo, ancora troppo, ma è comunque un segnale netto e concreto per disincentivare quella che può (e spesso diventa) una vera e proprio malattia. Secondo l’Usl in provincia di Modena vi sarebbero circa 3 mila giocatori patologici, ma è facile immaginare si tratti di una sottostima. Anche perchè dove è il limite tra il cosiddetto ‘gioco responsabile’ (formula adottata per giustificare pubblicità vergognose con tanto di vip sorridenti alle slot machine) e la malattia? Il confine è labile per non dire inesistente, e su questa debolezza dell’animo umano lucrano gestori di locali ed esercenti. I numeri sono impressionanti: solo in città sono presenti oltre trenta esercizi tra sale gioco e sale slot autorizzate e sono circa 250 gli esercizi pubblici, dislocati in tutte le zone cittadine, con installati apparecchi di questo tipo. Un delirio. Una provocazione continua per chi è tentato dal vizio del gioco, una tentazione irrinunciabile per chi col gioco si è ammalato, rovinato economicamente e a livello familiare.
Non era facile firmare una ordinanza simile. Va detto e va riconosciuto al sindaco Muzzarelli. Tanti gli interessi economici in campo, tante le pressioni (inconfessabili) da parte delle associazioni di categoria e dei singoli esercenti che spesso hanno nelle macchinette la principale fonte di guadagno della loro attività. Quindi complimenti per il coraggio. E un invito a fare di più. D’ora in poi, se l’ordinanza verrà fatta rispettare, non vedremo più in città uomini e donne aggrappati alle slot machine alle 8 di mattina, prima di andare al lavoro e nemmeno alla pausa pranzo. Non sentiremo più il triste rumore delle monete che cadono nel cestino metallico ruba-soldi mentre beviamo il caffè. E, i più deboli, non saranno, non saremo, tentati di imitare quei gesti. Sentiremo quel rumore e vedremo ancora quella scena la sera e la mattina inoltrata.
Ecco, speriamo si possa, in accordo con le promesse e le buone intenzioni della Regione, arrivare a un ulteriore giro di vite. Perchè qui non si tratta di proibizionismo, ma di decidere di non essere complici, come amministrazione pubblica, della rovina di migliaia di cittadini. Perchè se è vero che la somma dei vizi fa comunque 100, è anche vero che il gioco d’azzardo rischia di essere non solo un vizio tra i tanti, ma un vizio moltiplicativo.