Fumata grigia nel vertice sugli ammortizzatori sociali
La buona notizia è che, come trapelato alla vigilia, il via libera alla cassa integrazione è vicino. Quella cattiva è che è un po’ meno vicino di quanto ci si aspettava. Luci e ombre, al termine dell’attesissimo vertice tenutosi oggi, a Roma, negli uffici del Ministero del Lavoro, sul caso della Cpl Concordia, travolta dall’inchiesta sui lavori di metanizzazione dell’isola di Ischia, esclusa dalla white list e ora alle prese con gravi problemi di liquidità. Di fronte alla richiesta piovuta in blocco da Modena di concedere gli ammortizzatori sociali ai dipendenti della cooperativa, il Governo ha deciso di prendere tempo. In una nota scritta, il Ministero sottolinea in particolare di voler “effettuare con la massima sollecitudine tutti gli approfondimenti necessari al fine di dare una risposta certa”. Un giro di parole che ai sindacati seduti al tavolo – che domani riferiranno ai lavoratori in assemblea – ha fatto un po’ storcere il naso. Ci si attendeva qualcosina di più: magari non proprio la firma sull’accordo, come qualcuno aveva lasciato sperare, ma almeno qualche discorso più concreto sul numero degli addetti interessati e sui tempi di attivazione della cassa. Più abbottonata e attenta a non alterare certi equilibri politici la reazione del sindaco di Concordia, Luca Prandini, che sottolinea come nessuno si sia sottratto a fare la propria la parte. Al tavolo romano erano presenti anche il prefetto di Modena, Michele Di Bari, l’assessore regionale al Lavoro Elisabetta Gualmini, i vertici della Cpl e i commissari straordinari chiamati dal prefetto a gestire gli appalti pubblici in capo all’azienda. Le parti dovrebbero aggiornarsi alla prossima settimana, quando il Ministero avrà svolto i suddetti approfondimenti sulla vicenda della cooperativa. Malgrado il ritardo, il risultato cui tutti tendono non pare in discussione. L’ipotesi più probabile è che si vada verso una cassa integrazione straordinaria per circa 500 dei 1.800 dipendenti della Cpl.