Decine di perquisizioni sono scattate all’alba di questa mattina in Emilia Romagna e anche a Modena, Lombardia, Veneto e Calabria presso abitazioni e studi tecnici di professionisti per reati di corruzione aggravati dalle finalità mafiose. Al centro dell’operazione dei carabinieri di Mantova il sisma del maggio del 2012 con epicentro a Finale Emilia e lo stanziamento dei fondi per la ricostruzione avviata subito dopo. I militari, a conclusione di complesse indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Brescia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere di 10 persone indagate a vario titolo per “concussione, abuso d’ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, intestazione fittizia di società”, con l’aggravante delle finalità mafiose, per aver agevolato la cosca ‘ndranghetistica Dragone. Le indagini hanno consentito di costruire un solido quadro indiziario in ordine ai gravi reati che sarebbero stati commessi nell’ambito delle procedure per la concessione di ‘fondi sisma’ finalizzati alla ricostruzione di immobili danneggiati dal terremoto del 2012 ubicati nel cratere sismico della provincia di Mantova. Complessivamente 4 soggetti sono in carcere, tra cui anche un modenese, il 58enne impresario edile ed appaltatore Felice D’Errico residente a Mirandola, coinvolto direttamente in alcuni dei lavori contestati. 5 soggetti sono agli arresti domiciliari e una persona è ancora ricercata.
‘NDRANGHETA, CORRUZIONE SUI FONDI POST SISMA, 10 MISURE CAUTELARI
Maxi operazione dei Carabinieri di Mantova che ha portato a perquisizioni anche a Modena. 9 i soggetti tratti in arresto per aver agevolato una cosca dell’ndrangheta per i fondi sulla ricostruzione post sisma