Tirano un sospiro di sollievo gli organizzatori della “mostra della discordia” di Carpi, che tanto ha fatto parlare di sé nelle scorse settimane.
La Procura di Modena ha chiesto l’archiviazione dell’indagine che vede, tra gli indagati, lo stesso vescovo della Diocesi di Carpi, monsignor Erio Castellucci, oltre all’artista carpigiano Andrea Saltini (autore delle opere “discusse”) e ai due organizzatori (don Carlo Bellini e Cristina Muccioli) della mostra dal titolo “Gratia Plena”, in corso di svolgimento – fino al 2 giugno – nella Chiesa di Sant’Ignazio a Carpi.
L’azione giudiziaria era partita dall’avvocato Francesco Minutillo – su incarico di fedeli bolognesi, forlivesi e ravennati – contro monsignor Castellucci e i suoi collaboratori, per vilipendio della religione cattolica.
Secondo il pm della Procura di Modena, Giuseppe Amara, però, “la notizia di reato si ritiene del tutto infondata”.
In sostanza, nelle opere dell’artista Andrea Saltini non si riscontra vilipendio, perché – secondo il pm – non si tratterebbe di “un’espressione di gratuito disprezzo di una confessione religiosa”.
Le opere presentate nella Chiesa di Sant’Ignazio, secondo la Procura, sono state definite “riconducibili all’attività di un artista, frutto di una propria elaborazione che, condivisibile o meno, rappresenta una libera manifestazione del pensiero”.
Ora spetterà al gip doversi esprimere sulla richiesta di archiviazione.
L’avvocato Minutillo ha già annunciato che presenterà immediatamente ricorso.