Uno specifico accertamento emerso dalla perizia che secondo la difesa servirebbe a chiarire la dinamica dei fatti. Questo il punto centrale sul quale si è concentrata oggi l’udienza in tribunale a Modena sull’uccisione di Alessandro Gozzoli,  il 41enne di Bazzano trovato senza vita, legato al suo letto, il 10 marzo del 2023. I due rumeni indagati, Marcelino Caldarariu e Petre Dabuleanu, accusati di omicidio volontario, rapina aggravata e indebito utilizzo di carte di credito per la morte di Alessandro Gozzoli, hanno scelto rispettivamente il rito ordinario e quello abbreviato condizionato ad uno specifico accertamento. Proprio in merito a questo accertamento oggi è stato sentito il consulente medico legale. Si tratta di un approfondimento su un elemento della consulenza medica della procura, in riferimento al ritrovamento di dna appartenente a Caldarariu in concomitanza di un livido sul collo del consulente del lavoro. La richiesta vorrebbe accertare se quel livido sia legato alla pressione che ha ucciso la vittima.  Per i legali dei due amici imputati non c’era la volontà di uccidere Gozzoli, ma il 41enne sarebbe morto nell’ambito di un gioco erotico finito male. Secondo la ricostruzione della Procura i due avevano conosciuto Gozzoli a Bologna e con lui si erano spostati nella sua casa a Casinalbo, dove, nell’ambito di un rapporto, Gozzoli sarebbe stato legato e soffocato. Dopo il delitto lo avrebbero derubato di alcuni beni, per poi lasciare l’Italia.