Le immagini quasi shockanti di un Monte Cimone senza neve a inizio gennaio hanno spinto la Regione ad appellarsi al Governo chiedendo una serie di aiuti, tra i quali il posticipo dei mutui per gli operatori e risorse per investire su nuovi impianti di ultima generazione per consentire l’innevamento anche in condizioni simili a quelle di oggi. Ma è qui che Legambiente alza la voce e critica la richiesta di viale Aldo Moro parlando di sottovalutazione del cambiamento climatico e mancanza di prospettive. Secondo l’associazione sarebbe invece necessario ripensare il modello turistico, basato oggi sugli impianti di risalita. Questo perché la situazione di quest’anno – chiosano gli ambientalisti – non può che diventare una costante, con temperature sempre più in crescita, rendendo di fatto inutili investimenti su soluzioni tecnologiche di innevamento artificiale. “Gli impianti di innevamento artificiale – sostiene Legambiente – sono energivori, richiedono grandi quantitativi di acqua in un momento in cui si assiste a carenze idriche di circa il 40%, e producono una neve molto compatta dannosa per la biodiversità”. Secondo l’associazione diventerà presto impossibile continuare a sciare sulle nostre montagne come si fa oggi e l’unica soluzione è quella di avviare un percorso strutturale di diversificazione dell’offerta turistica, lavorando con gli operatori per dare loro una prospettiva credibile, investendo in proposte alternative.