Intelligenza Artificiale, croce e delizia del mondo del lavoro attuale.
Secondo un esperimento effettuato utilizzando proprio da “Claude”, un chatbot sviluppato da un’azienda italo-americana di nome Anthropic, sono tanti i lavori messi fortemente a repentaglio dalla comparsa dell’Intelligenza Artificiale, a cominciare dal settore industriale, dall’agricoltura e dal settore terziario e dei servizi.
Effetti “collaterali” molto pericolosi per il mondo del lavoro tradizionale.
In particolare, i “colletti bianchi”, gli impiegati dei vari settori, saranno sempre meno, fino quasi a sparire. Almeno stando alle profezie di “Claude”: che prevede altresì quali saranno le professioni del futuro: dai consulenti per la transizione digitale agli analisti di cyber-security, dai designer di esperienze in Realtà Aumentata/Virtuale al terapista di benessere digitale, fino addirittura allo specialista di interpretazione dei sogni…
Ma come è cambiato il mondo del lavoro?
Restando con i piedi per terra, un’indagine dell’Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano evidenzia che ormai un terzo delle aziende ricorre all’Intelligenza Artificiale per valutare i candidati ad un posto di lavoro.
Gli stessi curriculum, in gran parte, ora vengono preparati con l’IA, ma – secondo una ricerca del “Financial Times” – il tentativo di perfezionare a tutti i costi il proprio profilo professionale porta a curriculum “gonfiati”, dove le capacità riportate sulla scheda personale del candidato superano nettamente la realtà.
Lo stesso Politecnico di Milano, infine, ha osservato che, nell’ultimo anno, il 26% dei lavoratori di aziende italiane ha utilizzato soluzioni legate all’Intelligenza Artificiale, in particolare ChatGPT.
E il dato è destinato ad aumentare vertiginosamente, non solo nei prossimi anni, ma anche nei prossimi mesi.