Controlli programmati degli agenti della Polizia Locale. Per il conducente maxi multa e carta di circolazione ritirata.
Durante un controllo di polizia stradale del corpo di polizia locale Terre di Castelli è stato fermato, a Castelnuovo Rangone, un autoarticolato di proprietà di una ditta di autotrasporto con sede a Modena, condotto da un autista, L.G. di anni 63.
La pattuglia di polizia locale intervenuta si è insospettita da un’anomalia della centralina del veicolo in merito alla precisione della autodiagnosi che si effettua direttamente dal posto di guida e si visiona sul cruscotto; l’attenzione si è concentrata su un valore per così dire “strano” del dispositivo antinquinamento denominato AdBlue che mette in atto l’abbattimento delle emissioni inquinanti dei motori diesel. Il dispositivo contiene un additivo liquido, appunto l’AdBlue, obbligatorio in base alle leggi comunitarie antinquinamento.
Molti motori diesel moderni, per rientrare nelle severe normative anti inquinamento e ridurre le emissioni di ossidi di azoto, ricorrono ad un particolare sistema di iniezione di urea nell’impianto di scarico che, per funzionare correttamente, ha bisogno di un particolare additivo chiamato appunto AdBlue. Un additivo senza il quale il motore non funzionerebbe e che, proprio per questo, in alcuni casi viene aggirato utilizzando sistemi del tutto illegali.
Il mezzo in questione circolava apparentemente come un veicolo ecologico Euro 5, ma in realtà inquinava come un veicolo Euro zero, danneggiando l’ambiente, la concorrenza degli autotrasportatori corretti e godendo dei benefici economici riservati ai mezzi ecologici.
La certezza di quanto sospettato è stata raggiunta quando, condotto il mezzo in una officina specializzata, è stato individuato un cosiddetto Emulatore, un piccolo dispositivo elettronico in grado di ingannare le centraline elettroniche del veicolo, reperibile per poche decine di euro (vedi fotografia)
Risultato: sequestro dell’emulatore, le relative sanzioni per il suo montaggio ed uso, oltre alle sanzioni tra cui la mancata revisione del semirimorchio per un totale di oltre 700 euro.