Nel video l’intervista a Andrea Minutolo, Responsabile scientifico Legambiente
Cinque capoluoghi di provincia dell’Emilia-Romagna, su un totale di nove, hanno sforato il numero dei giorni di sforamento del limite di polveri sottili (PM10) nell’aria. E Modena risulta la peggiore di tutte le città: con 52 sforamenti in un anno. Seguono Piacenza e Rimini con 40 sforamenti, Ferrara 38 e Ravenna 37. È il dato che risalta maggiormente dal bilancio 2024 di “Mal’Aria di città”, il rapporto annuale di Legambiente sull’inquinamento atmosferico nelle città italiane. Nello specifico, il report analizza i dati relativi alla presenza di polveri sottili e di biossido di azoto nei capoluoghi di provincia. Se la situazione è preoccupante per la quantità di polveri sottili, è migliore per quanto riguarda il biossido di azoto, la presenza del quale è causata soprattutto dal trasporto su strada: nessun capoluogo di provincia ha sforato i limiti, ma Modena e Rimini – si legge nel report – necessitano di interventi correttivi, nel confronto con i nuovi valori richiesti dalla direttiva dell’Unione europea. “Mal’Aria di città” è stato presentato da Legambiente nell’ambito dell’avvio della campagna itinerante “Città2030”, promossa dalla stessa associazione ambientalista e che, di città in città, arriverà a Modena il prossimo 22 febbraio. Il 2030, infatti, è l’anno di riferimento per i limiti normativi fissati dall’Ue e suggeriti dall’organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per la salvaguardia della salute dei cittadini. Ma i target europei sono ancora lontanissimi. Per Legambiente, tutte le città devono fare molto di più.