Nel video, l’intervista all’artigiano Germano Bertolani
È più facile trovare un avvocato che un idraulico. E, tra dieci anni, potrebbe essere quasi impossibile trovare un fabbro, un elettricista, un calzolaio o un corniciaio. Proprio come Germano Bertolani: 85 anni compiti, si definisce “figlio d’arte” e ancora oggi trascorre buona parte delle sue giornate nella bottega di via Sant’Orsola, dove si sporca le mani per realizzare cornici personalizzate su commissione. Lo fa dal 1963. Tante botteghe del centro storico che abbassano serranda e il numero di artigiani sempre più in vertiginoso calo. A Modena, negli ultimi undici anni, gli abbandoni di queste “vecchie” ma importanti professioni legate al “saper fare” con le mani, segnano un -24,4%. Mestieri artigiani di cui i giovani faticano spesso a comprenderne le potenzialità, anche in termini remunerativi e, di conseguenza, spesso orientano i loro percorsi di studi su altro. Un ricambio generazionale difficoltoso, una burocrazia oppressiva e la prepotente tecnologia inevitabilmente portano a perdere centinaia, se non migliaia di professioni storiche e strategiche per il territorio e la sua storia. Quasi come se le cornici, o il modellino del Duomo, oggi custodito al secondo piano del Lapidario, a cui Germano è affezionato fossero il frutto di un mestiere di serie B.