Un momento in cui Sassuolo si ferma e si riunisce in preghiera, per non dimenticare i morti della strage di via Manin. La tragedia che ha scosso l’intera comunità ha portato all’istituzione di un’intera giornata di lutto cittadino e a una messa a suffragio per le vittime. Così le serrande si sono abbassate a partire dalle 19, quando contestualmente è iniziata la celebrazione religiosa, aperta a tutti; ai parenti di Elisa Mulas e di Simonetta Fontana, ma anche a tutti coloro che, pur non conoscendo la famiglia, di fronte alla strage, hanno voluto stringersi nel dolore. La messa solenne ha voluto ricordare i nomi di tutte le vittime: Elisa Mulas, Simonetta Fontana, i piccoli Ismaele e Sami e, dato che Dio chiede di perdonare chi ci offende, anche di Nabil Dhahri, l’artefice della strage, poi suicida. La celebrazione, è stata dedicata pure a Renzo Fontana, il nonno di Elisa, morto in una casa di riposo pochi giorni dopo la tragedia. Diverse persone hanno così pregato per la famiglia di via Manin, alla chiesa di San Giorgio. Un gesto simbolico a chiusura di una giornata di lutto. Gli edifici pubblici hanno tenuto le bandiere a mezz’asta, le scuole hanno rispettato un minuto di silenzio, così come il consiglio comunale. Dopo il funerale delle vittime, svoltosi venerdì in forma strettamente privata, Sassuolo ha ieri trovato il modo di unirsi nel dolore. Un dolore assurdo, come assurdo e incomprensibile è stato il gesto che ha portato alla morte, in un unico pomeriggio, di cinque persone, compresi due bambini. A Sassuolo non rimane che il silenzio e, per chi crede, la preghiera.