Non essere triste quando me ne sarò andato. C’è solo una cosa che spero tu sappia: ti ho amato così tanto”. Un piccolo estratto di quella canzone dei Maneskin che Arianna Giaroli, con le cuffiette nelle orecchie, amava così tanto ascoltare e canticchiare. Oggi, quella stessa canzone le dice per sempre addio. Doveva essere una funzione intima, alla camera ardente Terracielo di via Lenin a Carpi, ma tantissime sono state le persone che hanno voluto rivolgere un ultimo saluto alla 13enne scomparsa venerdì scorso, a causa di un incidente al centro ippico di San Martino in Rio. Ci sono i familiari. Ci sono le amiche più strette, le sue compagne di classe e di maneggio. Sguardi che si evitano, mani che si stringono, forte, per quella vita finita così tragicamente spezzata in due. La vita di una giovane come tante, con la passione per l’equitazione e un sogno nel cassetto, quello di poter aprire un giorno una fattoria didattica. Con tanti cavalli, proprio come Blu, di cui Arianna amava prendersene cura. Come nel giorno del tragico incidente: Arianna non doveva nemmeno trovarsi al centro, ma il desiderio di dare una mano era più forte di tutto il resto. Perché Arianna era così: un animo nobile, puro e gentile, sempre disponibile, ma al tempo stesso timida e introversa. Timidezza che, però, spariva quando stava con gli animali. “Sono una semplice ragazza che ama i cavalli” si definiva lei stessa con chi le voleva bene. Oggi, su quel feretro bianco che ne custodisce la salma, tra i fiori, c’è anche il suo cappello da cavallerizza. Perché il suo ricordo, la sua semplicità, la sua passione, possano essere eterni. Intanto, mentre la Procura di Reggio Emilia ha aperto un fascicolo per fare piena chiarezza su quanto accaduto, la famiglia ha dato il benestare all’espianto degli organi. Un gesto di nobiltà e di grande speranza, nel momento di massimo dolore.