Oltre un secolo di lotte combattute per far ascoltare la propria voce e per sdoganare quella posizione che le vedeva intrappolate in una società patriarcale solo madri e mogli. Oggi 8 marzo ricorre La Giornata Internazionale dei diritti della donna. Non si tratta però solo di una festa che tinge di rosa e profuma di mimose le strade del nostro Paese ma di un momento per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute dal genere femminile, ma anche un’occasione per ribadire che c’è ancora molta strada da percorrere. Purtroppo ancora oggi sono tante le difficoltà con cui le donne devono fare i conti per affermare la loro posizione: ineguaglianze di genere, disparità di stipendi, accesso al mondo del lavoro e violenza restano questioni aperte. E in particolare la pandemia da Covid non ha fatto che acuire queste difficoltà. Questa celebrazione si tiene negli Stati Uniti d’America sin dal 1909. In alcuni paesi europei dal 1911, mentre in Italia viene ricordata a partire dal 1922. Ma tanto c’è ancora da fare. Nel mondo lavorativo, ad esempio, la figura femminile soffre ancora la troppa precarizzazione. Anche Modena riflette l’andamento nazionale, che vede le donne guadagnare meno degli uomini e avere contratti a tempo determinato. Per questo, il percorso verso l’uguaglianza tra i due sessi, deve inevitabilmente passare verso un cambio totale di mentalità.