2.5 milioni di fatture false e 27 misure cautelari. Questo l’esito di una vasta operazione contro la Ndrangheta portata a termine dagli uomini della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza, su delega della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bologna. Si tratta di operazione nei confronti dei presunti utilizzatori di fatture false emesse da società ‘cartiere’ riconducibili a soggetti ritenuti affiliati o contigui alla ‘Ndrangheta attiva in Emilia-Romagna. 77 complessivamente gli indagati, tutti imprenditori titolari di ditte individuali e srl, accusati di aver usato per abbattere il proprio carico fiscale, fatture per operazioni inesistenti. Tra di loro anche 4 modenesi. I profili di chi utilizzava le false fatture, secondo le indagini delle Fiamme Gialle sembrano corrispondere a quelli tipici degli evasori fiscali, con dichiarazioni dei redditi mancanti o quasi nulle in contraddizione con elementi indicativi di un alto tenore di vita. Ad evadere maggiormente è stata una società di Reggio in liquidazione. Il tutto ha preso il via dall’operazione Perseverance che nel 2021 aveva portato a delle condisce e l’anno successivo all’emissione di 22 condanne in primo grado per associazione per delinquere di stampo mafioso e reati fine aggravati dal metodo mafioso come estorsione, detenzione di armi e reati finanziari, tutti collegati ad un vorticoso giro di false fatture per 13,4 milioni. Tra gli imputati Salvatore Muto condannato a 16 anni e Domenico Cordua condannato a 15 anni di reclusione.
LOTTA ALLA ‘NDRANGHETA, 27 MISURE CAUTELARI: 4 INDAGATI ANCHE A MODENA
Ci sono anche quattro modenesi tra gli indagati di una maxi operazione contro la ‘Ndrangheta attiva in Emilia-Romagna. 27 le misure cautelari eseguite