Alla base del caso chioschi a Modena era il progetto di riqualificazione urbanistica e valorizzazione commerciale del Parco delle Mura che costeggia i viali della città, per il quale aveva concorso anche il titolare dell’Habanero. Il progetto però è entrato in un controverso iter. L’attività dopo dieci anni grazie alla sentenza del Tar aveva ottenuto il diritto di entrare a far parte del progetto, ma l’amministrazione comunale al contrario si era opposto al permesso, così che non è stato possibile dare avvio ai lavori di costruzione perché non aveva rispettato i tempi prescritti. Ma una prima sentenza del Tar che risale al 2020 dimostrò che la responsabilità non era dell’imprenditore Carlo Serafini, ma della stessa amministrazione comunale che non aveva reso possibile l’avvio del cantiere di demolizione e ricostruzione. Si arriva così all’ultima e recente sentenza del Tar che ha dichiarato non legittima la decadenza dei titoli abili ai lavori imponendo al Comune di restituirli al titolare del chiosco così che possa effettuare i lavori necessari. È lo stesso Serafini che più volte ha sollecitato l’amministrazione affinché gli rilasciasse i permessi adeguati, sena mai ricevere risposte concrete. Sono partite così alcune diffide sino ad un nuovo ricorso al Tar la cui sentenza, emessa nei gironi scorsi, ha nuovamente dato ragione al titolare del locale imponendo al Comune “di porre a compimento il procedimento sottolineando che l’iter necessario dovrà essere ultimato entro 30 giorni. Quindi entro un mese Carlo Serafini dovrebbe ottenere tutta la documentazione necessaria a far partire i lavori di riqualificazione che consistono nell’abbattere la vecchia struttura, ricostruendone una nuova, poco lontano, in linea con gli altri nuovi chioschi. A subire la stessa difficile e controversa sorte anche il chiosco Lido Park.
L’HABANERO SI FARA’, UNA VICENDA INIZIATA 10 ANNI FA SEMBRA GIUNTA A CONCLUSIONE
Dopo 10 anni di controversie con il Comune di Modena, il titolare dell’Habanero, il chiosco del parco delle Mura attraverso l’ultima sentenza del Tar, potrà abbattere il vecchio chiosco e ricostruirne uno nuovo