Potrebbe esserci un presunto “difetto di produzione” nel sistema di bloccaggio delle portiere dell’autobus dietro al tragico incidente avvenuto il 29 gennaio scorso in Largo Garibaldi, quando il 77enne Massimo Roncaglia perse la vita, dopo essere rimasto incastrato e poi trascinato per diversi metri dal Bus Seta della linea 8, riportando ferite gravissime. È quanto emerge dalla perizia disposta dal Gip su richiesta del Pm e depositata ieri, nel corso dell’incidente probatorio, dall’ingegner Aversa, chiamato a rispondere a due precisi quesiti: verificare se il sistema anti-schiacciamento funzionasse correttamente e se potesse esser stato manomesso manualmente. Dai test effettuati non sarebbero state riscontrate manomissioni, quindi era in funzione, ma con un limite strutturale. In alcuni casi, infatti, quando la porta del mezzo incontrava un ostacolo, in determinate posizioni, si bloccava. Per esempio, se il braccio rimaneva incastrato in una posizione obliqua tra le porte, e non in perpendicolare. Posizione che, lo stesso Roncaglia, sembra avesse avuto quel tragico giorno, appoggiato al corrimano durante la discesa dal mezzo. Il procedimento è ancora in fase preliminare, ma non si esclude possa essere questo il motivo per cui il sistema anti-schiacciamento, quel giorno, non si sarebbe attivato. Al magistrato il compito di valutare se effettuare altre indagini e se procedere eventualmente nei confronti del costruttore della macchina, così come dell’autista, che nelle fasi iniziali aveva subito dichiarato di non essersi accorto di nulla. Per quella vicenda è stato indagato con l’accusa di omicidio colposo.