Nel video l’intervista a Mario Botti
Il 18 marzo del 2020, Mario Botti, modenese di 76 anni entrava nel reparto di rianimazione a causa del Covid. Avrebbe lottato contro il virus all’interno di diversi ospedali per quasi un intero anno. Solo poche settimane fa, il 24 febbraio, è stato dimesso ed è potuto tornare a casa. Tutto è iniziato quel maledetto mercoledì, appena prima della festa del papà, quando è stato trasportato al Policlinico. Nell’ospedale di Modena è rimasto intubato per 81 giorni, prima di essere trasferito a Gaiato. Proprio la voglia di vedere la sua cagnolina, Zoe, ha spinto Mario a riaprire gli occhi e a compiere la prima controffensiva nei confronti del virus che lo stava piegando. Da lì il recupero, lungo e faticoso, dato l’impatto fortissimo che il Covid ha avuto sul suo corpo. Mario Botti ha dovuto recuperare la mobilità poco a poco. La sua lotta lo ha portato a passare dalla struttura di Gaiato, a quella di Monte Catone, poi a Baggiovara e di nuovo al Policlinico, dove ormai tutti lo conoscono. La battaglia di Mario ancora non è finita, ma lo sguardo è rivolto al futuro, al riguadagnare una normalità che il Covid gli ha portato via, a partire dall’uso delle gambe. Finalmente a casa, Mario si commuove nel ricordare certi momenti trascorsi nell’ultimo anno, conscio, proprio oggi che è la giornata delle vittime del Covid, che in tanti non ce l’hanno fatta.