Nel video a raccontarsi è Francesca Scalise, una vittima
Francesca cammina, sentendosi finalmente libera, più leggera. Poi si volta, e per qualche istante ripensa a quando, solo pochi mesi fa, sul suo schermo del cellulare appariva uno dei tanti messaggi violenti del suo ex fidanzato. “Sei stata solo una fetta di carne” le scriveva, insieme a tante altre umiliazioni. Quell’uomo che da tre anni condivideva con lei la quotidianità. Quell’uomo che diceva di amarla. Quell’uomo che, d’un tratto, ha iniziato a farle paura. Ad aggredirla, umiliarla. E da lì, Francesca, ha trovato il coraggio di dire basta. Ora è solo un brutto, ma doloroso, ricordo.
Francesca, ora, sorride. Un sorriso che aveva affogato tra le mille giustificazioni che cercava di attribuire alla rabbia e alla violenza che subiva. Ma la verità è che la violenza non si può giustificare. Perché la dignità non è un oggetto che può essere sottratto. Francesca sa di essere perfetta così com’è, nella sua imperfezione, e oggi non ha più paura.
Chiedere aiuto si può, si deve. Basta anche solo un piccolo gesto d’emergenza, quello delle quattro dita unite in un pugno, che solo ieri ha permesso di salvare una 19enne milanese da una violenza sessuale.