È stato convocato per domani il comitato tecnico scientifico per pronunciarsi, sulla base della curva epidemiologica, sull’ipotesi di ridurre il tempo di quarantena per i vaccinati con dose booster. Secondo le prime informazioni la decisione dovrebbe arrivare nei primi giorni di gennaio. L’ipotesi è quella di ridurre la quarantena per chi ha fatto la terza dose e che ha avuto un contatto con un positivo: al momento queste persone devono sottoporsi a un periodo di isolamento di sette giorni, ma si pensa di ridurlo, tra i tre e i cinque giorni. Spingono per questa soluzione i governatori delle regioni Veneto e Friuli, Zaia e Fedriga, ma è d’accordo anche il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, che parte da un presupposto: Omicron è una variante molto contagiosa. Ogni positivo, riflette Cartabellotta, può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena. “Questo non è possibile” conclude il numero uno della Fondazione, che appoggia l’idea di rivedere le regole di quarantena per chi ha già ricevuto la terza dose data la protezione rafforzata. Intanto, scatterà dal 10 gennaio l’avvio delle somministrazioni dei richiami booster con un intervallo ridotto a quattro mesi dalla seconda dose. L’annuncio è arrivato direttamente dal generale Francesco Paolo Figliuolo.
ISOLAMENTI, DOMANI CONVOCATO IL CTS PER STUDIARE LA “MINI QUARANTENA”
La quarantena per chi ha ricevuto la terza dose di vaccino ed è stato a contatto con un positivo potrebbe venire ridotta. Domani ne discuterà il Comitato Tecnico Scientifico sulla base dei più recenti dati sul contagio