Dopo aver visto un’importante riduzione della concentrazione degli ossidi di azoto durante il periodo di lockdown, con la ripresa delle consuete attivita’ ed in particolare degli spostamenti con mezzi privati, ecco ripresentarsi un problema di inquinamento dell’aria tipicamente estivo: quello legato alle concentrazioni di ozono. Lo rileva Legambiente Emilia-Romagna in una nota; e poi denuncia: proprio mentre le Regioni del Nord comunicano l’intenzione di fare slittare il bando degli Euro4 previsto ad ottobre, in Emilia-Romagna sono gia’ 15 le stazioni di monitoraggio dell’ozono, in sette province, che hanno superato il limite normativo annuale dei 25 giorni di superamento consentiti sul valore obiettivo di 120 µg/m3 sulla media mobile delle 8 ore. Non solo, rilanciano gli ambientalisti, nei giorni scorsi sono stati inoltre registrati in Emilia-Romagna superamenti delle soglie di informazione (limite di 180 µg/m3 nella media oraria): le concentrazioni di ozono hanno raggiunto i picchi di 198 µg/m3 a Verucchio (PR) il 31 luglio. “Per contenere il problema dell’inquinamento dell’aria anche in estate e’ fondamentale non abbassare la guardia sulle politiche per ridurre il traffico su gomma, sulle emissioni industriali e sugli stili di vita- sottolinea Legambiente-. Serve dunque una politica forte di promozione della mobilita’ alternativa per persone e merci e per la riconversione dei mezzi verso alimentazioni elettriche”. Sono tante le azioni che le amministrazioni potrebbero mettere in campo, a costi contenuti, elencano gli ambientalisti: ridurre le velocita’ di percorrenza in autostrada, applicare misure a favore della mobilita’ sostenibile, aumentare le corsie preferenziali, piste ciclabili e zone trenta, favorire il passaggio all’elettrico delle flotte pubbliche e delle aziende partecipate.
INQUINAMENTO, FINITO L’EFFETTO LOCKDOWN TORNA LO SMOG IN EMILIA ROMAGNA
L’inquinamento torna a preoccupare. Terminato il periodo del Lockdown, con la ripresa delle attività produttive la qualità dell’aria ha subito un peggioramento. La denuncia arriva da Legambiente Emilia Romagna