Nonostante il calo drammatico del fatturato del 59,2% ad aprile e del 38,3 % a maggio, e della stima di almeno un anno di tempo per tornare ai numeri del pre covid, più di un’impresa su due è orientata ad attivare cambiamenti reattivi per reagire alla crisi. Questi alcuni dei dati raccolti da un sondaggio che l’Ufficio studi Lapam Confartigianato ha condotto su 341 imprese del territorio di Modena e Reggio Emilia, soggette ad un calo di fatturato più accentuato rispetto alla media regionale. Dallo studio emerge inoltre l’accelerazione della digital transformation: durante l’emergenza il 58,6% delle micro-piccole imprese hanno attivato o migliorato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali, per relazionarsi e fornire informazioni a clienti, fornitori e dipendenti. Tra le problematiche maggiormente riscontrate nella fase post lockdown la maggior parte delle imprese ha segnalato la difficoltà nel reperire la strumentazione per poter svolgere l’attività in sicurezza e i costi sostenuti per l’approvvigionamento di dispositivi di protezione. Ma a rendere tutto più complicato secondo l’indagine Lapam è stata la burocrazia: le imprese hanno avuto difficoltà nell’accedere e comprendere le modalità per la richiesta della garanzia fino ai 25 mila euro, nell’adeguare le proprie attività alle normative in materia di salute e sicurezza e nell’accedere ai servizi web degli enti pubblici.
INDAGINE LAPAM: FATTURATO A PICCO, MA LE PMI VOGLIONO RIPARTIRE
Una indagine condotta da Lapam Confartigianato su 341 imprese di Modena e Reggio Emilia ha segnalato che la metà vuole ripartire nonostante il fatturato tra aprile e maggio sia crollato a picco