Ventiquattro persone sono state rinviate a giudizio nell’ambito dell’inchiesta Angeli e Demoni. Gli avvisi di fine indagine sono stati notificati ieri dalla Procura di Reggio Emilia, a circa un anno dallo scoppio dello scandalo che ha coinvolto i comuni della Val d’Enza, ma anche i territori modenesi. È risultato infatti che nel giro di affidi illeciti sia finita anche una bambina di Mirandola, comune che già aveva vissuto un incubo legato ai minori negli anni Novanta. La piccola è stata strappata ai genitori nel 2011; oggi è finita come parte offesa nell’inchiesta reggiana ribattezzata “Angeli e Demoni”, insieme ad altre 47 persone. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 30 ottobre, quando il giudice De Luca deciderà se raccogliere le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura di Reggio. I capi d’imputazione sono quasi 100, 155 i testimoni citati, tra i quali anche il giornalista Paolo Trincia, che con il suo podcast chiamato “Veleno” ha portato a galla elementi nello scandalo della Bassa Modenese, ritenuti analoghi agli eventi di Bibbiano. Tra gli imputati tornano nomi già noti nell’ambito dell’inchiesta, come l’ex responsabile dei servizi sociali della Val d’Enza, Federica Anghinolfi, lo psicoterapeuta del centro “Hansel e Gretel” Claudio Foti e il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, a giudizio per i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico.
INCHIESTA BIBBIANO, RINVIO A GIUDIZIO PER 24 PERSONE
Si è chiusa l’inchiesta “Angeli e Demoni”, l’operazione nata a Reggio Emilia che ha fatto emergere un giro di affidi illeciti che hanno toccato anche la bassa modenese. Ventiquattro le persone rinviate a giudizio