Riduzioni anche fra il 40 e il 50% del biossido di azoto, uno dei principali inquinanti dell’atmosfera prodotto anche dai veicoli, sono state rilevate in tutta la Pianura padana dopo le restrizioni introdotte dal Governo per l’emergenza Coronavirus. La stima emerge dalle analisi elaborate da un team di esperti del Sistema nazionale di protezione ambientale, grazie a una nuova piattaforma che integra ed elabora i dati forniti dal Programma europeo Copernicus e da rilevazioni sul territorio. La prima analisi degli effetti sulla qualità dell’aria, rilanciata da Arpae, è stata fatta dopo le misure di limitazione della mobilità adottate in Lombardia e Veneto dal 23 febbraio e poi estese a tutta Italia dall’11 marzo. Il biossido di azoto è uno dei principali inquinanti presenti in atmosfera ed è anche quello che più rapidamente risponde alle variazioni delle emissioni. L’agenzia ambientale dell’Emilia Romagna sottolinea invece che è più complessa la risposta delle polveri fini, le pm10, in parte emesse direttamente e in larga parte prodotte dalla trasformazione di altre sostanze reattive come ammoniaca, ossidi di azoto e composti organici volatili, emesse da molte fonti diverse e che si combinano tra loro direttamente in atmosfera.
Per l’Emilia-Romagna, dove le misure restrittive sono state introdotte a partire dall’11 marzo i valori mediani di biossido di azoto sono passati da 20-31 microgrammi per metro cubo in febbraio a 7-20 microgrammi in marzo, con una riduzione dell’ordine del 50%.