Dopo la flessione di quasi il 20% cento registrata nel secondo trimestre dell’anno, nel terzo trimestre il calo della produzione manifatturiera si è attestato al 6,7%. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sull’Emilia-Romagna realizzata in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, CONFINDUSTRIA Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo: lo studio evidenzia un dato ancora negativo, seppur di minor intensità e influenzato dal “rapido diffondersi della seconda ondata e le misure di contenimento hanno rallentato lo slancio della ripresa”, come si legge nel report congiunturale. Agli estremi risultano l’alimentare ed il “sistema moda”. Le industrie alimentari e delle bevande hanno registrato una variazione della produzione pari all’1,1%, che testimonia come il comparto sia tra quelli meno colpiti dalla pandemia. All’opposto, invece, si colloca l’industria del tessile, dell’abbigliamento e delle calzature, in calo del 15,8%. Sul fronte occupazionale quasi la metà delle aziende ha fatto ricorso alla cassa integrazione, in particolare nell’industria dei metalli e tra le società più strutturate, mentre un’impresa manifatturiera su 5 ha attivato forme di smart working.