Il calcio, almeno quello di Serie A, non vuole arrendersi al Coronavirus. E per questo a più riprese il presidente della Figc Gabriele Gravina ha ribadito come si farà di tutto per tornare a giocare, anche se a porte chiuse. Un piano ambizioso e costoso, in termini di sostegno economico per garantire la sicurezza degli atleti, che probabilmente solo il massimo campionato potrà permettersi. Qualcosa di più chiaro si saprà dopodomani, mercoledì 15, quando i vertici affronteranno l’argomento col comitato tecnico-scientifico del Governo: da lì usciranno le linee guida e le procedure sanitarie necessarie per poter giocare che prevedono test medici e quindi la possibilità di cominciare, dal 4 maggio, la preparazione ma a gruppi scaglionati. La speranza della Figc è quella di poter ricominciare con il campionato di A nell’ultimo fine settimana del mese di maggio per finire entro fine luglio, oppure ai primi di agosto. Sarà un vero e proprio tour de force, con gare ogni tre giorni, da incrociare per alcuni con Champions ed Europa League. Per questo allo studio c’è la possibilità anche di aumentare le sostituzioni da 3 a 5 ed evitare così rischi di infortuni. Un piano dettagliato, che prevede anche la possibilità di giocare gare raggruppate per le squadre delle zone più esposte al contagio, come il Sassuolo. Il calcio, almeno quello di A, non si vuole arrendere al virus.