Più volte interpellata, finora mai si è voluta esprimere la preside dell’Istituto Barozzi, Lorella Marchesini, sulla decisione di sospendere per 12 giorni il rappresentante degli studenti, Damiano Cassanelli, dopo aver rilasciato alla stampa locale alcune dichiarazioni in merito a problematiche vissute nella scuola. Oggi, la dirigente scolastica per la prima volta interviene attraverso una lunga nota. Nel testo racconta la sua versione dei fatti, motivando come la punizione sia stata decisa dal Consiglio d’Istituto – e quindi, non da una sola persona, ma “assunta a larga maggioranza” –, non per “calpestare la libertà di espressione”, ma per “alcune dichiarazioni denigratorie nei confronti dell’istituzione e dell’intera comunità scolastica”. Tant’è che, come sottolinea la stessa preside, “nel corso di quella stessa intervista altri ragazzi hanno avanzato critiche e rivendicazioni, ma non sono stati sanzionati”. Fin dove può spingersi, allora, la libertà di esprimere il proprio pensiero senza ledere la dignità e la reputazione altrui? Secondo la dirigente scolastica, “è il bilanciamento necessario tra libertà e rispetto dell’altro”. “Il Barozzi – prosegue Marchesini – non è una scuola autoritaria e punitiva, non lo è mai stata” e per questo “va avanti”. Così come va avanti il legale di Damiano, l’avvocato Stefano Cavazzuti che, alla notifica del provvedimento disciplinare, ha annunciato di fare ricorso al Tar. La stessa preside ha ribadito che “se lo studente intenderà fare ricorso troverà un altro organo incaricato di rivalutare il suo comportamento. Questo potrà confermare la sanzione o fare valutazioni diverse da quelle seguite dal Consiglio d’Istituto ed annullarla o modificarla, come prevede il normale funzionamento di uno Stato di diritto”.