Il 3 marzo il movimento Fridays for Future (FFF) torna a riempire le piazze di tutto il mondo per manifestare contro la crisi climatica. Il momento storico che stiamo vivendo è infatti cruciale ed è palpabile nell’aria il vuoto sociale dopo la pandemia e con la guerra; sono evidenti le contraddizioni fra i profitti delle multinazionali del fossile e la crescente ingiustizia, climatica e sociale, nel mondo e nel nostro paese. Le città diventano sempre più invivibili, con temperature estreme e stili di vita non consoni a una vita basata sul benessere personale e collettivo. Modena in particolare, più di altre città, è costretta all’interno di un’aria fuori dai limiti previsti dall’OMS, e sale sul podio tra le città più inquinate d’Italia. La crisi idrica che riguarda tutto il Paese, è particolarmente impattante nella nostra regione, in cui il suolo è fortemente sfruttato da modalità intensive di allevamento e agricoltura, oltre che dalla cementificazione.
Per risolvere le sfide sociali, economiche e ambientali che affrontiamo oggi, dobbiamo ripensare lo status quo. I governi e le altre istituzioni di tutto il mondo devono abbracciare nuovi modi di pensare e impegnarsi attivamente nell’innovazione dei sistemi diffusi per compiere progressi reali verso un mondo più sano e più prospero.
Per chiedere questo cambiamento, siamo chiamati a unirci in unico coro per mettere al centro le persone, prima dei profitti.
Come in tante altre città anche Modena è pronta a scendere in piazza, l’appuntamento è alle ore 18 in Piazza della Pomposa. Da lì seguirà il corteo verso via Emilia si proseguirà fino a Porta Bologna per poi terminare in Piazza Grande. Le Associazioni in Rete per l’inclusione e l’Ambiente (ARIA), che comprendono tantissime associazioni modenesi e comitati attivi nel volontariato sociale, nella sensibilizzazione alle tematiche ambientali e le associazioni degli studenti, si sono unite al movimento Fridays for Future aderendo alla manifestazione “Global Strike for Climate”. “Lottiamo per costruire comunità basate sulla cura reciproca e non sull’indifferenza e sul profitto, che sia sul corpo o sul territorio. È possibile camminare insieme, è possibile immaginare un’altra città, è possibile chiedere interventi immediati per il nostro benessere psicologico, sociale e climatico. Dobbiamo cambiare il modo in cui comprendiamo e costruiamo la salute e la prosperità della società, guardando oltre la crescita economica verso il benessere collettivo e la sostenibilità ambientale. Chiediamo di investire nel trasporto pubblico piuttosto che disperarci per la piaga delle malattie respiratorie esacerbate dall’inquinamento atmosferico, disinvestire dai combustibili fossili e investire in energia pulita piuttosto che ricostruire dopo le inondazioni causate dai cambiamenti climatici, migliorare le filiere agricole e incoraggiare la domanda dei consumatori di alimenti sani piuttosto che concentrarsi su interventi sanitari legati alla cattiva alimentazione. Sebbene gli sforzi per mitigare gli effetti di problemi più grandi siano di vitale importanza, non si occupano delle loro cause profonde e dell’interconnessione”.
A fianco delle associazioni, anche la CGIL aderisce all’iniziativa.