Da una parte c’è l’aumento dei contagi soprattutto tra i giovani, dall’altra in tutta Italia sono ancora due milione mezzo gli italiani over 60 che non hanno effettuato il vaccino, senza contare poi la progressiva diffusione delle varianti e il rischio per alcune regioni di un ritorno in zona gialla. È in questo quadro non proprio roseo che il governo di Mario Draghi, sulla base del monitoraggio sull’andamento della curva epidemiologica, sta lavorando sull’adozione obbligatoria del Green Pass non solo per l’accesso ai mezzi di trasporto a lunga percorrenza, come aerei e treni, ma anche per entrare al cinema, teatri, stadi, palestre, piscine, discoteche, concerti e forse anche ai ristoranti al chiuso. Quest’ultimo il nodo più dibattuto e ancora da sciogliere. Severe le pene per i trasgressori, con multe di 400 euro per chi ne è sprovvisto e cinque giorni di chiusura per i gestori che non rispettano l’obbligo. La cabina di regia politica dovrebbe riunirsi martedì della prossima settima, solo dopo aver ascoltato il parere del Comitato tecnico scientifico e del commissario straordinario all’emergenza, il generale Figliuolo. L’obiettivo è quello di utilizzare il green pass come strumento per contenere la ripresa dei contagi, alimentata anche dalla diffusione della variante delta e per incentivare le persone ad effettuare una vaccinazione.  Al momento sembra che l’idea più accreditata sul tavolo sia quella di propendere verso un modello di certificazione verde in stile francese ma adottando una linea più moderata, e cioè escludendo, almeno in una prima fase, bar, ristoranti e negozi dall’obbligo, ma istituendolo solo per i contesti pubblici a rischio assembramenti o per gli spazi al chiuso. In ogni caso il nuovo Green Pass dovrebbe entrare in vigore dal 1° agosto: il via libera del governo alle nuove misure è atteso entro fine mese, assieme alla proroga dello stato di emergenza per altri tre o sei mesi.