Il premier Conte ha firmato il testo del decreto di chiusura di tutte le attività non essenziali che sarà in vigore da mercoledì.
Le attività professionali possono continuare, sono sospese soltanto le attività produttive. Possono rimanere aperte le attività di studi legali, ingegneria, i call center, attività finanziarie e assicurative, uffici postali, edicole, ingrosso di carta e agenzie di distribuzione di giornali, riviste e libri, gli alberghi. Aperti anche vetrerie, fabbricazione di articoli di gomma e plastica, macchine per agricoltura, confezioni di vestiti da lavoro, meccanici, rivenditori di pezzi di ricambio per auto, i corrieri per la consegna dei pacchi, gli studi di consulenza gestionale, architettura e ingegneria, i trasporti. È di 80 voci l’elenco delle attività che continueranno a rimanere aperte, in funzione l’intera filiera alimentare per bevande e cibo, quella dei dispositivi medico-sanitari e della farmaceutica e, tra i servizi, quelli dei call center. La lista potrà essere aggiornata con decreto del Mise sentito il Mef.
“La validità dei Dpcm e delle ordinanze finora emanate viene uniformata al 3 aprile. Le disposizioni del decreto producono effetto dalla data del 23/3/20 e sono efficaci fino al 3/4/20. Le stesse si applicano, cumulativamente a quelle di cui al decreto del Presidente del Consiglio 11/3/20 nonché a quelle previste dall’ordinanza del ministro della Salute del 20/3/20 i cui termini di efficacia, già fissati al 25 marzo 2020, sono entrambi prorogati al 3 aprile 2020”, si legge nel testo. “Le imprese le cui attività sono sospese per effetto del presente decreto completano le attività necessarie alla sospensione entro il 25 marzo 2020, compresa la spedizione della merce in giacenza. Le attività che, con il provvedimento, vengono sospese, possono comunque proseguire se organizzate in modalità a distanza o lavoro agile”.
Ecco il testo del decreto
DIVIETO DI SPOSTAMENTO DAL PROPRIO COMUNE
Intanto in serata i ministri della Salute Roberto Speranza, e dell’Interno, Luciana Lamorgese, hanno adottato un’ordinanza che vieta di spostarsi con mezzi di trasporto pubblici o privati in un comune diverso da quello in cui ci si trova. Le uniche deroghe sono per “comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza” o per motivi di salute. La misura è immediatamente in vigore e resterà efficace fino all’entrata in vigore del nuovo decreto. Le stazioni, per questo, saranno presidiate.
Questo il testo del Decreto