Nel video le interviste a:
- Carlo Adolfo Porro, Rettore Unimore
- Fabio Braglia, Presidente della Provincia
“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Nelle parole di Anna Frank è racchiuso il senso del Giorno della Memoria, ricorrenza che si celebra, ogni anno, il 27 gennaio, nel giorno in cui le truppe sovietiche dell’Armata Rossa 79 anni fa abbatterono i cancelli di Auschwitz, rivelando al mondo, per la prima volta, la realtà del genocidio in tutto il suo orrore. Una data fortemente simbolica, scelta per commemorare i milioni di vittime della Shoah. A Modena la memoria è passata per l’Università, nel cortile del Palazzo del Rettorato, dove questa mattina è stata deposta una corona di alloro. Qui sono stati ricordati anche i professori, che vennero allontanati a seguito delle leggi razziali del 1938, le apripista di quello che sarebbe diventato l’Olocausto.
Solo il silenzio resta di fronte a quei morti, la parola serve per ricordare che la storia non deve ripetersi. Ancora oggi, nel 2024, in diverse parti del mondo migliaia di persone fuggono dai propri paesi a causa di conflitti e persecuzioni. Un dolore sordo costantemente presente nelle nostre vite, per ricordarci che possiamo, e dobbiamo, fare di più. Un monito non solo per il futuro, ma per lo stesso presente.