A Milano il mondo dell’imprenditoria, della politica e dello sport si stringe ai famigliari di Giorgio Squinzi per dargli l’ultimo saluto. Una folla silenziosa aspetta l’arrivo del feretro davanti al Duomo, completamente pieno per dire addio all’imprenditore che, con la sua intraprendenza, ha conquistato a pieno titolo uno spazio nella storia economica e sportiva del nostro paese. Mentre Sassuolo piange il patron della Mapei con una giornata di lutto cittadino, a Milano si intrecciano i fili dei mondi che Squinzi è riuscito a tenere insieme. A partire da quello delle imprese, con il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, insieme all’ex presidente Emma Marcegaglia, Marco Tronchetti Provera e Fedele Confalonieri. Del mondo della politica, tra i tanti erano presenti anche Romano Prodi, Pierferdinando Casini, Stefano Bonaccini. E non poteva mancare il Sassuolo Calcio, con tutte le squadre, dalla serie A ai team giovanili e femminili. Tanta è stata la commozione all’arrivo del feretro. La moglie Adriana e i due figli, Marco e Veronica, hanno seguito da vicino la bara chiara, lungo la navata del Duomo e fino all’altare, dove la messa è stata celebrata da Monsignor Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano. L’omelia è stata pronunciata dall’Arciprete del Duomo, Monsignor Gianantonio Borgonovo, mentre la musica sacra, un brano dalla Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, è stata eseguita dal tenore Vittorio Grigolo. In un’atmosfera quasi surreale, si è tenuto quello che Borgonovo ha descritto come un “tributo dovuto” a Squinzi, spentosi il 2 ottobre, dopo una lunga malattia. “Una persona su mille lascia un buon nome quando muore” ha detto il sacerdote durante l’omelia “e questo è il caso”. A dargli ragione, è stato il lungo applauso che al termine della messa, ha seguito la bara all’uscita dalla chiesa. Il corpo di Squinzi sarà sepolto a Pero, dove riposerà nella cappella di famiglia.
Nel video le interviste a:
- Gian Francesco Menani, sindaco di Sassuolo
- Alessandro Matri, attaccante Brescia Calcio
- Francesco Acerbi, difensore S.S. Lazio
‘Mai smettere di pedalare’, era l’idea attorno al quale da sempre ruotava la vita professionale di Giorgio Squinzi. Un grande uomo di sport e di imprenditoria, fulcro e simbolo della rinascita della città delle piastrelle. Patron del Sassuolo dal 2002 e amministratore unico della Mapei era un grandissimo tifoso del Milan, oltre che un affermato imprenditore, legato in maniera viscerale al nostro territorio. Nel 1969 si laurea in chimica industriale all’Università di Milano e nel 1976 eredita dal padre la Mapei, l’azienda produttrice di materiali edilizi e industriali fondata nel 1937, iniziando un processo di internazionalizzazione che l’ha resa una multinazionale che oggi conta 70 stabilimenti produttivi e oltre 10 mila dipendenti in tutto il mondo per un fatturato consolidato che si aggira sui 3 miliardi di euro. Giorgio Squinzi però non era appassionato solo di chimica ma amava molto anche lo sport, che tanto rimpiangeva anche durante il periodo della sua malattia. Dal padre Rodolfo, corridore professionista, ereditò la passione per il ciclismo, creando una delle squadre più forti. Nel 2002 poi si avvicinò al Sassuolo Calcio diventandone proprietario e utilizzando il marchio Mapei come main sponsor. Da allora l’inizio della cavalcata, che portò i neroverdi dalla C2 alla Serie A, fino all’Europa League, guadagnata nel 2016 grazie al sesto posto in campionato. Dal 2012 al 2016 ricopre il ruolo di Presidente di Confindustria, dopo esserne stato vice per dodici anni. La sera del 2 ottobre all’età di 76anni si è spento, dopo una vita di lavoro e di successo. Tutti lo ricordano come una persona alla mano, attenta al suo lavoro e al benessere di chi lavorava con lui e per lui. Il calciatore Francesco Acerbi ha ricordato il profondo legame che lo univa al presidente Squinzi, dopo che il calciatore ai tempi del Sassuolo era rimasto a lungo fuori dal campo a causa di un tumore al testicolo.