Perchè i democratici modenesi sono sotto traccia e invisibili sulla questione che infiamma il partito nelle altre province? «Penso sia legato alla vergogna di essere azionisti gabbati da una società pubblica che si comporta come fosse privata e dove contano meno del due di picche». Andrea Galli (nella foto), consigliere comunale di Forza Italia, legge così il tono inesistente dei rappresentanti democratici modenesi sulla questione. Eppure «le parole di Tomasi sono scandalose, indelicate per il periodo storico che stiamo vivendo quando tanti cittadini non riescono a pagare le bollette. Io gli lascerei pure quel compenso, ma deve almeno rendere leggibile la bolletta». Un tot di sarcasmo, ma c’è rabbia nelle parole del consigliere forzista: «Io insisto perchè Modena esca da Hera, c’è da chiudere definitivamente la pratica. Basta essere soci di una società a cui paghiamo dei milioni di euro di affitto per i pali della luce. Quelli che gli abbiamo venduto per niente. Hera dovrebbe avere almeno un po’ di rispetto per i contribuenti modenesi, invece ci trattano come un rubinetto sempre aperto». Parole forti anche dai colleghi forzisi di Bologna con Michele Facci che scrive su Facebook: «I vertici Hera difendono i propri lauti compensi (450.000 !) con il benestare del Comune di Bologna, sindaco in testa. La multiutility cassaforte della sinistra istituzionale che opera in regime di monopolio, organizzata e stipendiata come le multinazionali, alla faccia dei criteri di mutualità originari. E’ vero che pecunia non olet, ma …è questo il modello emiliano che – dicono – tutti invidiano ?». Più attenzione ai cittadini questo il messaggio ai vertici aziendali e al Pd.