Per parlare dei numeri 10 mi servirebbero 10 puntate di questa rubrica. Sinora ne abbiamo dedicata una ai 10 italiani… normali e una ai fuoriclasse, oggi parleremo dei 10 eccellenti ma non fenomenali stranieri, settimana prossima dei miti di quella maglia. Essendo le puntate concesse… solo 4, oggi cercherò di essere il più coinciso possibile! Parto da Liam Brady (classe 1956), lirlandese che nel 1980 divenne il primo giocatore straniero della Juventus dopo la riapertura delle frontiere. In bianconero vinse due scudetti (1981 e 1982), per poi passare alla Sampdoria, dopo larrivo a Torino di Michel Platini (1955: ne parleremo…). Allultima giornata della stagione 1981-82, quando sapeva già di essere ceduto, il buon Liam si incaricò di battere il rigore che avrebbe dato la vittoria e lo scudetto ai bianconeri contro il Catanzaro: freddo, professionale, vincente. Titolo e addio. Roberto Rivelino (1946), brasiliano con oltre 100 presenze nella Seleçao, fu mezzala dotata di tecnica prodigiosa, eccelso nel dribbling e famoso per i suoi potenti tiri di sinistro e le punizioni dalla distanza. Campione del Mondo a Mexico 70. Wolfgang Hoverath (1943), tedesco campione del mondo 1974, è stato un regista mancino di squisite qualità tecniche e contese spesso il posto in nazionale al grande Gunter Netzer (1944) per la più classica staffetta tedesca. Anche laltro tedesco Hansi Müller (1957) è stato un super regista sia ad Euro 80 sia a in Spagna 82, tanto che lInter lo acquistò. Vi militò per due stagioni, dal 1982 al 1984, ma non riuscì a soddisfare né i dirigenti, né i tifosi, né i compagni di squadra. Famosa laffermazione di Evaristo Beccalossi: «E meglio giocare con una sedia che con Hansi Müller, perché con la sedia quando gli tiri la palla addosso ti torna indietro». Osvaldo Ossie Ardiles (1952), argentino campione del mondo 1978, dopo quel titolo si trasferì (insieme al geniale ma troppo discontinuo Ricardo Villa) in Inghilterra al Totteham Hotspur ma, a causa della guerra delle isole Falkland fra Inghilterra e Argentina, fu costretto a lasciare e traferirsi in Francia al Psg. Enzo Francescoli (1961), uruguaiano, arrivò in Italia nel 1990 al Cagliari: con gli isolani fu fondamentale per raggiungere la Coppa uefa nella stagione 1992-93. Un aneddoto: il figlio primogenito di Zidane, Enzo, si chiama così proprio in onore di Francescoli, che era un mito del francese. Paul Van Himst (1943), per molti ritenuto il migliore giocatore belga di tutti i tempi, lega la sua carriera allAnderlecht dove gioca la bellezza di 457 partite. Quando però in Belgio esplode il fenomeno Vincenzo Scifo (1966) si pensa che il mito di Van Himst possa cadere: non sarà così,perché litalo-belga non manterrà le promesse che lo avevano visto esordire nella A belga a 17 anni ed in nazionale a 18. Tuttavia disputerà quattro mondiali consecutivi dal 1986 al 1998.
