Le opportunità di carriera spiegate dal presidente dell’ordine Augusto Gambuzzi

Nella puntata di ieri abbiamo svelato i problemi dei professionisti modenesi che soffrono la crisi. Una situazione devastante per chi era abituato a non conoscere problemi economici, perchè il lavoro per un avvocato, un geologo, un architetto era sempre assicurato. Oggi la situazione è cambiata, ma c’è chi, nonostante la recessione, non soffre la mancanza di lavoro. Stiamo parlando degli ingegneri, nel modenese sono 2009 quelli iscritti all’ordine, che resistono sul mercato. Soffrono anche loro, come tutti i professionisti, della mancanza di politiche di protezione statale – se il cliente non paga o se lo studio è vuoto non è prevista la cassa integrazione -, ma il lavoro non manca. Lo conferma Augusto Gambuzzi, presidente dell’ordine modenese, che è ottimista: «Il nostro settore tutto sommato è privilegiato perchè di ingegneri c’è ancora bisogno nel modenese». Poi con il terremoto: «tutti quelli civili sono occupati nella ricostruzione», nonostante le mille difficoltà burocratiche che s’incontrano ogni giorno. In tutti i settori economici si lamenta la crisi, si piange per il calo dei fatturati ed è sempre più preoccupante il dato della disoccupazione. In particolare quella giovanile. Un crisi che vale anche per gli ingegneri? «Ripeto, ci possiamo considerare un po’ privilegiati. Nel nostro territorio noi possiamo contare su un indotto notevole nella meccanica, nel distretto ceramico. Viviamo in una realtà tutto sommato buona dal punto di vista economico. L’altro giorno in un convegno di Confindustria gli esperti paragonavano la nostra regione ai Länder tedeschi (le macroregioni della Germania, ndr). I nostri livelli di produzione sono simili alla parte d’Europa più dinamica». Alcuni esponenti del mondo delle professioni lamentano le lacune nella preparazione dei ragazzi. Per gli ingegneri c’è qualche problema o criticità sul fronte della formazione? «Secondo me no. L’offerta formativa è buona; sta crescendo come sta crescendo di importanza la nostra Università, da dove escono dei ragazzi preparati». Gli ingegneri spesso, ma non tutti, sono lavoratori autonomi. Quindi non hanno accesso ad alcuni benefici del welfare state? Noi non abbiamo la cassa integrazione, l’assegno di disoccupazione. Almeno nel caso della libera professione. Si certo è necessario allargare i benefici dello stato sociale. Alcuni aspetti sono curati dalla nostra cassa, come la previdenza». Il mondo è cambiato, anche gli ingegneri? «L’esperienza che ho vissuto io non è più percorribile, adesso chiaramente la libera professione è diversa. Ci sono marcate specializzazioni e settorializzazioni. Nessuno può più pensare di risolvere i problemi da solo, si lavora in gruppo con tutti gli aspetti negativi e positivi del caso. Penso comunque che si tratti ancora di un lavoro molto stimolante ed interessante. Si lavora sempre sui prototipi, su delle richieste specifiche. L’ingegnere è molto creativo, come il vecchio artigiano che risolve i problemi che gli vengono posti». E soprattutto in questo mare di crisi, il lavoro non manca, nGian Basilio Nieddu