Folla accorsa ieri alla palestra per i funerali del giovane atleta

CARPI – «Ricordo quando da piccoli mi parlavi di un certo Yuri Chechi..», racconta il migliore amico di Andrea De Pietri, il ragazzino di 15 anni morto sabato sulla Statale Romana, tra Fossoli e Novi, mentre andava a scuola con il motorino. Una strada che, si sa, è piena di buche e dislivelli, e proprio queste buche potrebbero aver causato lo sbandamento e il tragico schianto con la corriera piena di studenti, che gli è costato la vita. In tantissimi sono accorsi ieri pomeriggio per i funerali, svoltisi presso la palestra La Patria, dove Andrea si allenava regolarmente nella sua più grande passione, la ginnastica. Alla cerimonia hanno potuto assistere solo i parenti, gli amici stretti e i compagni di classe e di squadra, mentre il resto della folla si è accalcata nel piazzale antistante. A rappresentare le istituzioni era presente l’assessore allo Sport, Carlo Alberto D’Addese. Proprio la palestra era, per Depi, una seconda famiglia, luogo di sudore, di fatiche ma anche di tante soddisfazioni. Prima della Messa compagni di classe, di squadra, amici, insegnanti e fidanzata hanno voluto dare un ultimo saluto, ricordando la meravigliosa persona che è stata. Sempre con il sorriso sulle labbra, pieno di energia e vitalità, appassionato di sport e di montagna. Con il suo entusiasmo riusciva sempre a contagiare chi gli stava intorno il piccolo Depi, riuscendo persino a fare amicizia con gli avversari di gara, un piccolo scricciolo combina guai che tutti hanno ricordato con enorme commozione, una lacrima e un sorriso. Una giovane promessa della ginnastica, umile e ben voluto da tutti: «Le parole non sono abbastanza per esprimere il dolore della tua perdita – raccontano i compagni -. Lasci un enorme vuoto. Ti abbiamo vissuto troppo poco». Ma non mancano gli aneddoti divertenti, che esprimono in pieno la personalità solare e frizzante di Andrea: «Ricordo quando una mattina sei arrivato ed eri contento perché finalmente i pantaloni ti andavano stretti: finalmente eri cresciuto». E ancora: «Non dimenticheremo quando durante le verifiche ci guardavi disperato chiedendo aiuto». Una tragedia che non può non sollevare domande, e lascia un vuoto incolmabile: «Ma noi non siamo soli, e nemmeno tu lo sei. Rimarrai sempre nei nostri ricordi», dicono i compagni e gli amici. Al termine della Messa, sono stati lanciati in aria alcuni palloncini bianchi con un bigliettino legato intorno, dove amici e compagni hanno scritto un pensiero. La madre ha ringraziato tutti per le parole con cui hanno ricordato il figlio e la vicinanza dimostrata nei giorni scorsi. La salma è stata quindi portata nel piazzale: una bara bianca, coperta di scritte colorate dei compagni che hanno voluto lasciare un omaggio indelebile al loro Depi. «Non è un addio, ma un arrivederci. Sei e sarai nei nostri cuori. Ciao uomo». nValentina Po