Il giudice ha disposto il ricovero per l’imputato finalese 53enne

Un anno di ricovero in casa di cura e revoca degli arresti domiciliari. Si è concluso così il processo con rito abbreviato a carico di Silvio Bregoli, il 53enne finalese che nel febbraio scorso ha accoltellato il fratello provocandogli una grave ferita all’addome. Il gup del Tribunale di Modena lo ha giudicato totalmente incapace di intendere e volere e quindi non imputabile: il vizio di mente era stato riconosciuto sia dal consulente di parte che dal perito nominato dal tribunale. Dunque per l’uomo ora inizia un percorso di cura, la cui urgenza si era manifestata sin dai primi istanti dopo il drammatico fatto. Il raptus è andato in scena una mattina, intorno alle 9, nel salotto di casa: Silvio Bregoli afferra un coltello e colpisce due volte il fratello, senza un apparente motivo. I due andavano d’accordo, anche se il 53enne stava attraversando un momento di forte depressione, un disagio che si era acuito dopo il terremoto. Fatto sta che quella mattina fu un vero e proprio blackout ad armare la mano dell’uomo. Un episodio che, purtroppo, non rimarrà un unicum: pochi mesi più tardi altri due fratelli, a Sassuolo, furono protagonisti di un fatto del tutto simile, anche se i rapporti tra i due erano molto diversi. La vittima, Vincenzo Scolorato, aveva infatti depositato, nel corso degli anni, numerose querele a propria tutela alle forze dell’ordine, in quanto diverse volte è stata offesa, minacciata ed aggredita dal fratello tanto che spesso si era reso necessario l’intervento degli agenti per placare gli animi e scongiurare il peggio fino a che il potenziale assassino non è riuscito nel suo intento. Nicola Scolorato colpì il fratello con diversi fendenti sul corpo, fino a provocare ferite alla gola, poi al volto. Colpi tanto violenti da spezzare la lama nel corpo. Le liti e le disgrazie in famiglia sono frequenti anche in terra modenese e spesso sfociano in maltrattamenti, aggressioni e a volte pure in omicidi. L’ultimo e più recente a Modena città all’inizio di gennaio quando con tredici colpi di pistola ai genitali Giordana Guidi spara al fratello Gabriele dopo anni di angherie, soprusi e violenze. La donna non ha più retto i comportamenti del fratello e ha sistemato i conti. Schiacciata dall’insopportabile peso di una serie infinita di umiliazioni, la 43enne ha impugnato la sua pistola, ha guardato dritto negli occhi il fratello e gli ha prima scaricato un caricatore addosso, mirando soprattutto al petto. nDaniele Franda