Azienda crollata a causa del sisma Titolare scrive lettera alla Procura
Rabbia e delusione. Sono questi i sentimenti che prova il titolare dellazienda Manifattura Modenese di Fossoli di Carpi, Iorio Grulli, in merito allarchiviazione del caso sul crollo del tetto della sua azienda in seguito al terremoto del maggio del 2012. Luomo non è convinto dellesito della perizia eseguita da un esperto della Procura che sostiene che il pilastro che ha dato il via al crollo, ha ceduto perché un muro gli è finito addosso. E per sostenere le sue ragioni, ha scritto a inizio anno una lettera al Gip della Procura di Modena. Lazienda, che produce passamanarie, è stata ferma parecchi mesi, è stata posta sotto sequestro e riconsegnata al titolare solo poco prima del Natale scorso. Nel crollo è rimasta seriamente ferita anche la moglie di Grulli. Il sisma ha quindi pofondamente segnato, sul piano degli affetti e su quello economico, lattività della Manifattura. Secondo il titolare lanalisi sul cemento armato del pilastro doveva essere eseguita in maniera più approfondita per mettere in evidenza vizi nel cemento. Ma il perito della Procura specifica che le analisi sono state fatte più volte e in maniera molto precisa e accurata, ma nulla di irregolare è mai emerso. Grulli sostiene invece che la relazione redatta dal suo tecnico «è molto più completa e dettagliata» di quella della Procura. Il perito della Procura ha prodotto centinaia di pagine di relazione nelle quali si faceva anche riferimento ad analisi effettuate su altri pilastri, per cercare un riscontro alle posizioni assunte da Grulli. Verifiche effettuate con scrupolo, sminuzzando il pilastro in questione, controllandolo in tutti i modi e sotto ogni profilo. Ma nulla è stato trovato. Amaro lo sfogo alla fine della missiva spedita alla magistratura: «Chiedo una risposta convincente per mia moglie, per i miei dipendenti, per mio fratello, per i miei figli e per la mia azienda, che ho amato più della mia vita. Le indagini svolte si sono rivelate solo delle grandi bolle di sapone».