Si trovava agli arresti domiciliari ma, secondo una complessa attività investigativa della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura, continuava a generare milioni di crediti di imposta inesistenti. Per questo il tribunale collegiale di Modena ha emesso un’ordinanza di aggravamento della misura cautelare nei confronti di un noto imprenditore mirandolese operante nella somministrazione di manodopera, finito lo scorso anno nei guai per reati simili. Ora per l’uomo si sono aperte le porte del carcere. L’imprenditore, spiega la Guardia di Finanza in una nota, nonostante fosse ai domiciliari dal dicembre del 2023, continuava a causare danni all’erario indicando nei bilanci di società a lui riconducibili ma non realmente operative voci contabili per importi miliardari. Inoltre, secondo i finanzieri l’uomo avrebbe sfruttato indebitamente anche alcune agevolazioni fiscali riconosciute dal Governo nel periodo della pandemia da Covid-19. Parte di questi crediti di imposta inesistenti sono stati anche utilizzati. Il reato configurato dai finanzieri è quello di indebite compensazioni attraverso operazioni definite “tossiche”, che danneggiano l’interesse erariale e alterano i principi della leale concorrenza. Secondo quanto riportato dalle Fiamme Gialle, l’imprenditore avrebbe inoltre sistematicamente violato il divieto di comunicazione a cui era sottoposto durante i domiciliari.
FRODI CREDITIZIE, IMPRENDITORE MIRANDOLESE DI NUOVO NEI GUAI
Continuava a generare crediti di imposta inesistenti nonostante gli arresti domiciliari a cui era sottoposto per reati simili. Per un noto imprenditore di Mirandola si aprono ora le porte del carcere