Una vita breve, ma intensa
Nasce il 20 settembre 1931 a Mantova,da famiglia di confessione ebraica: padre, madre e tre figli maschi. Nel 1931 i Cesana si trasferiscono a Bologna dove Franco frequenta le scuole elementari ma, nel 1938, a causa delle leggi razziali fasciste, viene espulso dalla scuola pubblica. Ha solo sette anni è particolarmente intelligente e vive quel momento con avvilimento perché gli piace andare a scuola, studiare.
Dopo l’8 settembre 1943, con l’occupazione nazista dell’Italia, la vita si fa sempre più pericolosa, soprattutto quando, quello stesso anno, inizia la caccia all’ebreo.
Per la famiglia Cesana inizia un periodo di continui spostamenti dal territorio bolognese fino all’Appennino modenese. E’ in questo contesto che il ragazzino vede per la prima volta alcuni partigiani e il fratello maggiore Lelio , si arruola nella “Brigata Scarabelli”, della 2.da Divisione Modena Montagna.
La famiglia Cesana si trasferisce, sempre per motivi di sicurezza, nella frazione di Pescarola di Prignano sulla Secchia . Franco prende la decisione di unirsi ai partigiani: riesce a raggiungerli ed entra a far parte, a soli 12 anni, della Brigata Marcello. L’ultimo sacrificio Il 14 settembre 1944 fa visita alla madre, le conferma di essere consapevole di quello che sta facendo e le promette che tornerà dopo pochi giorni in occasione del suo 13° compleanno ma, Franco quella stessa sera, durante un attacco tedesco, cercando di proteggere il suo comandante, è colpito a morte dal fuoco nazista. Eredità e Ricordo Per il suo eroismo, Franco Cesana ha ricevuto la Medaglia di Bronzo al Valor Militare. E’ sepolto nella Certosa di Bologna. A lui sono dedicati un impianto sportivo a Modena, scuole a Bologna e Roma. Sempre nella capitale, nel Museo storico della Liberazione di Via Tasso, Cesana è ricordato in un quadro di Georges De Canino.
Nel luogo dove il giovanissimo partigiano perse la vita, sarà inaugurato, a breve, un cippo e collocata una targa per ricordare l’80° anniversario della sua uccisione. Il cippo, doveroso omaggio al piccolo Partigiano ebreo di dodici anni che, finita la guerra, desiderava tornare a scuola, è voluto