Oggi Lewis Hamilton compie 40 anni.
Una data importante nella vita del pilota britannico e nella storia della Formula 1 e della Scuderia di Maranello.
Perché Lewis Hamilton non è un pilota come gli altri: da quando ha esordito in F1 nel marzo 2007 con la McLaren, ha vinto 7 titoli mondiali (record che detiene insieme a Michael Schumacher) e detiene il primato delle vittorie (105), delle pole position (104), dei podi (202) e dei punti, in tutta la storia della Formula 1.
Da questi numeri si percepisce la straordinarietà del pilota-Hamilton e del personaggio-Hamilton.
Come longevità, Hamilton ha ancora tempo per battere qualche record: il primato di Michael Schumacher come pilota più anziano a fare la pole position (43 anni e 144 giorni, miglior tempo con la Mercedes a Montecarlo nel 2012) e il record di Gigi Fagioli, pilota marchigiano che vinse il suo unico GP di F1, in Francia nel 1951, a 53 anni, correndo in coppia con un certo Juan Manuel Fangio!
Dopo 12 anni alla Mercedes, per Hamilton è una svolta epocale: ma per vincere, non gli basterà il nome blasonato. Negli ultimi 4 anni, con una monoposto non al massimo della competitività, ha vissuto un paio di stagioni quasi da comprimario, con qualche guizzo straordinario, come la vittoria “in casa”, a Silverstone 2024 (945 giorni dopo la precedente vittoria) e un secondo posto mondiale (2021) dopo un testa a testa fino all’ultimo giro dell’ultimo GP di Abu Dhabi con Max Verstappen.
Per supportare Hamilton e Charles Leclerc la Ferrari dovrà produrre il massimo dello sforzo tecnico e tecnologico. E il Team Principal Frederic Vasseur lo sa benissimo.
Per Hamilton sono già previste prove tecniche sul circuito di Barcellona, prima ancora delle presentazioni di Londra e Maranello e delle prove libere ufficiali in Bahrein a fine febbraio.
Il Mondiale 2025 di F1 prenderà il via da Melbourne, con il GP d’Australia, nel week end del 14-15-16 marzo.