Le prime dosi somministrate nel giro di un mese sono letteralmente crollate: rispetto a quattro settimane fa, le iniezioni fatte in tutta Italia sono il 73% in meno. A rilevarlo è la Fondazione Gimbe, nel suo tradizionale monitoraggio indipendente. Diverse le criticità rilevate dalla fondazione in questo quadro pandemico: a fronte di una discesa vertiginosa di prime dosi somministrate, si assiste a un aumento del 61% di contagi settimanali. L’Emilia-Romagna segna un incremento anche maggiore della media nazionale, vedendo, in soli sette giorni, un aumento del 72,7%. Eppure, e questo è il lato chiaro del bollettino, calano ancora i decessi e i ricoveri, riflesso della campagna vaccinale svolta fino ad oggi. Perché allora non continua sugli stessi ritmi di un mese fa? Due le spiegazioni fornite da Gimbe: da una parte, data la riduzione delle dosi a disposizione rispetto a giugno, c’è la necessità di accantonarle per i richiami; dall’altra però, c’è una crescente diffidenza degli over 60 verso i vaccini a vettore adenovirale, come AstraZeneca e Johnson. Date queste premesse, gli scenari futuri per Gimbe non sono positivi: la diffusione della variante delta per la Fondazione porterà un incremento dei numeri di contagi, la cui entità potrebbe essere sottostimata da un numero ridotto di tamponi. Ciò porterà, inevitabilmente secondo Gimbe, a un nuovo aumento di ricoveri e decessi, dato l’ampio numero di over 60 ancora non protetti dal vaccino. Per arginare questa condizione critica è necessario accelerare la vaccinazione degli ultrasessantenni fragili. Per Gimbe, l’istituzione di un Green Pass sul modello francese, seppur auspicabile, non può essere la risoluzione poiché non è applicabile in tempi brevi.