“È indispensabile massimizzarne i benefici e minimizzarne i rischi” legati alla vaccinazione anti-Covid. A dirlo è Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, che di fronte alle recenti polemiche sugli open day a base di AstraZeneca e Johnson&Johnson per i giovani, ha preso una posizione netta. Secondo il documento pubblicato lo scorso 23 aprile dall’European Medicines Agency, questi farmaci a vettore virale vedono il rischio di sviluppare trombosi aumentare a seconda delle fasce di età. Su 100mila abitanti, per gli over 70 il rischio di sviluppare effetti indesiderati anche gravi è di 0,5 casi; sale a un solo caso per la fascia 50-69 anni, mentre per gli under 50 è di due casi. Pur trattandosi di percentuali molto piccole, secondo Gimbe, non è consigliabile somministrare questi farmaci alla popolazione giovane, già a scarso rischio di infezione Covid severa e in un momento come questo, in cui la circolazione del virus è limitata. “Nel quadro epidemiologico italiano delle ultime tre settimane, nelle persone di età inferiore a 50 anni i rischi dei vaccini a vettore virale superano i benefici” arriva a dire Cartabellotta, ritenendo necessario valutare la possibilità di controindicarne l’uso nelle persone più giovani, in particolare negli under 30.
FONDAZIONE GIMBE: NO AD ASTRAZENECA E JOHNSON AI GIOVANI
Gimbe, che prende ufficialmente posizione riguardo all’uso dei vaccini AstraZeneca e Johnson&Johnson sui giovani. Per la Fondazione, nonostante i rischi siano bassi, è necessario minimizzarli il più possibile, non somministrando questi vaccini agli under 50