Nel video intervista a Claudio Poletti, Sindaco di Finale Emilia
Oggi Finale Emilia ricorda un pezzo della sua storia. Era un mercoledì, quel 10 novembre di 40 anni fa, quando, alle prime ore del giorno, il Panaro ruppe l’argine a Malpasso di Ca’ Bianca. Oggi il fiume, che appare calmo e inerte, riversò allora trentacinque milioni di metri cubi d’acqua su 2500 ettari di campagna, allagando il polo industriale, sommergendo la frazione di Canaletto e i quartieri periferici del capoluogo. I dati raccontano di 10 famiglie evacuate e accolte nelle scuole elementari di Finale, dove trovarono alloggio anche i 150 militari convogliati nel territorio, mentre molte persone si rifugiarono e trovarono conforto da amici, parenti e familiari. La Protezione Civile nazionale era stata istituita da pochi mesi e qui si sperimentarono probabilmente le prime attività di soccorso e tutela della popolazione. Come è avvenuto trent’anni dopo per il terremoto, con le scosse del 29 maggio che seguirono quelle del 20, anche in quell’occasione la città dovette subire un doppio evento calamitoso: domenica 14 novembre, infatti, un’altra grande quantità d’acqua fuoriuscì dal letto del fiume e sommerse nuovamente Canaletto.