Nel video intervista a Alessandro Rocchi, Presidente Assoutenti Emilia-Romagna

Gli italiani non erano così pessimisti dal maggio del 2013. Neanche durante la pandemia l’indice del clima di fiducia era così basso. Ad ottobre l’Istat ha stimato una flessione da 94.8 a 90.1. Segnali negativi per l’economia italiana che arrivano sia dalle famiglie che dalle imprese. Secondo l’istituto il clima di fiducia dei consumatori presenta una dinamica negativa per il secondo mese consecutivo e a contribuire al deciso calo soprattutto le opinioni sulla possibilità di risparmiare in futuro e quelle sull’opportunità di acquistare beni durevoli, seguite da giudizi in deterioramento sia sulla situazione economica personale sia su quella del Paese. Non va meglio per le imprese, dove si stima un peggioramento in tutti i comparti: nel settore manifatturiero l’indice di fiducia passa da 101,2 a 100,4, nelle costruzioni da 159,5 a 157,5 e nel commercio al dettaglio da 110,5 a 108,7. L’unica eccezione riguarda il settore dei servizi di mercato dove l’indice rimane sostanzialmente stabile. Una mancanza di fiducia generalizzata che, come commenta l’Istat, ha subito un ridimensionamento a gennaio scorso entrando in un periodo di stasi fino a giugno. Da luglio di quest’anno è cominciata una nuova fase di calo.