Il secondo giorno della Mostra del Cinema di Venezia si chiude all’insegna di Michael Mann e del suo attesissimo “Ferrari”, biopic in cui Modena non può che essere centrale insieme alla figura del mitico Drake. Ma i giudizi sulla pellicola sono divisi. La prima proiezione per gli “addetti ai lavori” riceve un’accoglienza tiepida e nessuna standing ovation; lungo invece l’applauso della premiere di ieri sera, aperto non solo alla critica e ai giornalisti. In uscita dalla sala c’è chi ha stroncato di netto la pellicola, e chi invece si è detto emozionato, ma in sintesi è emersa la sensazione che Michael Mann potesse fare di meglio, soprattutto in un film che voleva girare già dagli anni Novanta. La recitazione in “anglo-modenese”, ovvero con un inglese dal forte accento, non ha convinto e in questo senso la critica è curiosa di vedere se il doppiaggio italiano possa migliorare la pellicola. Al di là dei tecnicismi è emersa una generale fascinazione per la storia di fondo, quella di Enzo Ferrari, un mito ma anche un uomo, complesso, particolare, come ha spiegato lo stesso attore protagonista Adam Driver: “una persona spronata dal lutto del figlio Dino, dal dolore che provava”. Del cast che ha sfilato sul red carpet mancava Penelope Cruz, ma era presente Patrick Dempsey, insieme ovviamente a Driver e al regista. A loro si è unito anche Piero Ferrari, arrivato in Laguna sulla Ferrari del 1957, protagonista del film.